martedì 2 dicembre 2008

Maria Palliggiano

Il film "Ossidiana" di Silvana Maja è un ritratto a tinte forti di Maria Palligiano l’avanguardista, che morì suicida.

È un abito rosso a raccontare Maria Palliggiano, un abito rosso indossato per uno dei rari ritratti che Emilio Notte le fece. Un accessorio ingombrante e stonato con il quale la regista, Silvana Maja, apre il film dedicato alla pittrice napoletana scomparsa nel 1969. La pellicola, prodotta da Artimagiche e tratta dall’omonimo libro edito da Voland (...) Ossidiana, questo il titolo, richiama la pietra nera di Vulcano, fragile come un gioiello e forte come un’arma: sintesi perfetta della pittrice stessa. Una vita tormentata, una donna che non seppe districarsi tra i ruoli che le furono imposti, moglie, amante, madre, e la disperata volontà di affermare ciò che realmente si sentiva, un’artista. Siamo nella Napoli degli Anni 60, la Grande Storia entra con forza nei racconti di sei giovani avanguardisti che, nella splendida accademia di via Costantinopoli, cercano una strada percorribile per la loro ispirazione. Si guarda con malinconia alla fine del cubismo, del futurismo, della metafisica; si legge Pratolini e Calvino, si viene a sapere di Kennedy, il Vietnam, le stragi e i conflitti sociali. Non c’è spazio per l’astrattismo ma nemmeno c’è più spazio per il figurato. In cima al Vesuvio si impugna un nuovo manifesto al grido di siano le nostre opere meteore, lava e lapilli, polvere cosmica, carburo in ascensione, strade di violente traiettorie, di sensazioni rutilanti, zolfo, fosforo e mercurio. (…) L’astrattismo è vecchio, e fete chiù e me! (Puzza più di me). Mario Persico, Luigi Castellano, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, firmano il programma promosso da Mario Colucci. Maria Palliggiano è protagonista e spettatrice; è una rivoluzionaria attraente, sensuale, speciale, ma è intoccabile. È la favorita del Maestro, nonostante le si riconosca un grande talento, non le è concesso di prendere parte ai nuovi fermenti. Resta ai margini, suo malgrado. Il Gruppo 58 supera i confini partenopei, si collega al Movimento Nucleare di Enrico Baj, ai gruppi Phases di Parigi, Spur di Monaco e Boa di Buenos Aires. Napoli soffoca, è troppo stretta, il mondo è troppo stretto. Gli artisti partono, tornano, espongono. Le biennali e i premi si succedono. Maria, con la valigia pronta, ha provato a lasciare la città per raggiungere il suo fidanzato a Berlino. Voleva trovare l’arte e la libertà tanto agognate, ma il maestro non ha lasciato che partisse. È ancora la sua allieva preferita, la sua amante, avranno un figlio e più tardi sarà sua moglie: “Era una ragazza molto fragile che trovò più che una sponda nel vecchio professore. Emilio Notte, del resto, era un uomo buono e sensibile, ironico, noto per avere partecipato alle avanguardie degli anni Venti, amato da tutti. In lui la pittrice trovò un conforto che presto si trasformò in una trappola. Tutto ciò che faceva, anche nell’arte, veniva poco apprezzato. Lo stesso Notte (nel film Renato Carpentieri) si rifiutava di promuoverla temendo di essere criticato. Ben presto divenne un’artista da stanza, a nessuno concedeva di vedere le sue opere, una scelta che aumentò in lei frustrazione e disistima” racconta la Maja. Un profilo complesso quello della pittrice partenopea, mentre in accademia sperimentavano, lei era la sua stessa arte: Noi abbiamo dentro voragini, fuochi nel cuore e nel corpo che ci allagano e ci avviluppano. Abbiamo tormenti e paure che non si riconoscono in nessuna forma codificata. Non c’è condivisione d’intenti. Contrariamente al maestro, Maria descrive, inascoltata e disperata, i suoi tormenti e le sue visioni: “Seguo questa storia dal 1996, anno in cui vidi una sua retrospettiva che mi colpì moltissimo. Colori accesi, scene cruente, incubi e maschere tragiche: una pittura difficile da dimenticare e tuttavia ignorata, sia negli anni in cui venne prodotta che oggi. Mi addolorò moltissimo non averne mai sentito parlare, non averla mai cercata, come fossi anch‘io parte di una comunità omertosa. Me ne occupai ad ampio raggio intervistando tutti i suoi amici, leggendo materiali di psichiatria e di sociologia, ritratti scomodi della Napoli del tempo. Cominciai a scrivere il romanzo solo dopo parecchi mesi”. Il libro e il film hanno un linguaggio e una tensione diverse, come se raccontassero, in alcuni passaggi, due donne differenti: “Ero furente con chi le era stato più vicino, li ritenevo tutti, esclusa la madre, responsabili della sua malattia e del suo suicidio- aggiunge la regista- Il film è stato un distacco da quella prospettiva così viscerale. L’intimità morbosa, le forti tinte del libro, tutto incentrato sulla psicologia, si è trasformata in colori più pastellati, in una materia più sociale, più aperta. Nel 2006, quando mi sono trovata sul set, ho deciso di raccontare semplicemente la storia di una ragazza che voleva fare la pittrice e non riusciva a far comprendere la sua individualità. La grazia di Teresa Saponangelo, la sua interprete, mi ha aiutato molto. Quella del film è una ragazza meno scomoda, più normalizzata, non chiusa in un universo schizofrenico e psichiatrizzato. Non volevo innescare quel compatimento per l’artista incompreso, quella facilità con cui l’opinione comune liquida la diversità”. A trentasei anni, dopo ripetuti tentativi di suicidio, Maria Palliggiano muore. Oggi con il film, la presentazione del catalogo ufficiale e mostre itineranti, si torna a parlare di lei: L’arte ha bisogno di tempi lunghi, così era solita consolarsi nelle chiacchierate tra amici.

fonti:
testo tratto da Il Riformista (5/12/07), immagine tratta da http://www.ossidianafilm.it/ITA/OF.htm

venerdì 28 novembre 2008

Carlo Levi

'Il respiro della città', un'esposizione (da febbraio a luglio scorsi) ha messo a confronto 46 tele che il pittore ha realizzato tra il 1926 e il 1954 e 28 differenti dipinti di noti esponenti della Scuola Romana.

La pittura di Carlo Levi messa a confronto con quella della celebre Scuola Romana. Come in un gioco di specchi e rimandi stilistici e concettuali, la mostra dal titolo "Il respiro della città", curata da Daniela Fonti, ha messo a fuoco "il rapporto poco investigato - ha dichiarato la curatrice - che lega Carlo Levi, nato come pittore 'chiarista' dei 'Sei' di Torino e Roma, rappresentata da quella corrente, la Scuola Romana, che sappiamo espressionista e visionaria e conosciamo dalle tele tra gli altri di Mafai, Scipione e Trombadori". La mostra è stata allestita, nelle sale del Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma, con 46 tele che Levi ha realizzato tra il 1926 e il 1954 e 28 differenti dipinti di noti esponenti della Scuola Romana. L'allestimento accompagna il visitatore alla scoperta della metamorfosi che la pittura di Levi ha subito assorbendo le influenze del movimento romano, personalizzato mescolando il suo passato torinese e la pittura dei 'Sei', l'approccio internazionale e il suo soggiorno parigino. Dicotomica nell'allestimento, la mostra ha evidenziato la cesura tra il Levi del prima e del dopo Scuola Romana alla quale non è mai appartenuto ufficialmente ma ne è stato un profondo interlocutore sul piano pittorico.
Folgorato dalla fascinazione per un approccio visionario ed espressionista Levi tratteggia "una Roma antiretorica. Nei suoi paesaggi - ha aggiunto la curatrice - emerge un guardare alla romanità spoglio da alcun accento tronfio e lontano dai fasti dell'arte classicheggiante che promuoveva il regime, che lui invece osteggiava come cospiratore antifascista. Emerge una Roma nascosta, limpida, visionaria, come quella di Scipione e Mafai". Intellettuale a tutto tondo, Levi è stato non solo pittore di prim'ordine della scena artistica italiana del Novecento, ma anche scrittore capace di dare alle stampe capolavori come 'Cristo si è fermato ad Eboli' nel 1945 (°) e 'L'orologio' nel 1950, infine come politico (nel 1963 è stato anche senatore della Repubblica). Capace di distinguere l'attività artistica da quella politica, "era molto professionale nel tener lontano il suo ruolo di pittore da quello di cospiratore. Un'antinomia - ha sottolineato Daniela Fonti - consentita dai tempi. Esemplare il fatto che negli stessi giorni trascorsi nel carcere di Regina Coeli di Roma i suoi quadri facevano bella mostra nella Quadriennale: era in mostra come pittore ed in galera come antifascista.

***

(°) Pubblicato da Einaudi nel 1945, “Cristo si è fermato ad Eboli” è la storia del periodo di confino che Carlo Levi trascorse in Basilicata: il racconto di un mondo chiuso e immoto, lontano dal tempo e dalla storia, un mondo di pena, di problemi antichi irrisolti. Eboli è più del confine geografico che, dalla costa, segna il passaggio nelle terre aride e desolate: è il confine che segna la fine della civiltà verso una “terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte”. L’opera di Levi offre un’analisi mirabile del Mezzogiorno, narrato attraverso i suoi occhi di piemontese in un memoriale appassionato. Nel 1979, Francesco Rosi firma l’adattamento cinematografico del libro, interpretato da un intenso Gian Maria Volonté. In due anni d’esilio ad Aliano, paese sperduto tra i monti della Lucania, l’autore ebbe modo di conoscere lo stato di miseria in cui la gente del posto viveva; il ruolo di medico lo portò a stretto contatto con la vita dei contadini che, per ogni intervento o malattia, si rivolgevano a lui visto che i “medicaciucci" del paese, Milillo e Gibilisco, non sapevano niente di medicina. Nonostante l’invidia dei due, Levi era benvoluto e rispettato da tutti. La sua presenza in paese rendeva orgogliosi anche il podestà Magalone e donna Caterina, sua sorella, che lo accolsero con piacere; e fu con rammarico che accolsero la notizia della sua partenza, quando la questura di Matera gli rilasciò il permesso di andar via, di tornare a Torino. Nel ripercorrere la propria esperienza a contatto con quella gente dimenticata dalla storia (“Noi non siamo cristiani, — essi dicono, — Cristo si è fermato ad Eboli”), l’autore riflette sull’estraneità dello stato e della politica rispetto a quella realtà con straordinaria lucidità.

giovedì 27 novembre 2008

riprendiamo il ragionamento

Pubblicato mercoledì, 26 novembre 2008 sul blog: http://cegliedestra.splinder.com
Scusate il ritardo!
Per cominciare, ringrazio tutti i gestori della blogsfera cegliese (Cegliesi nel Mondo, Emilio Notte, Le mie radici, Per Ceglie, Piazza Plebiscito) che hanno voluto dare visibilità ad una proposta concreta e non strumentale per la tutela di un pezzo importante del patrimonio artistico della città. Grazie anche a tutti gli utenti, anonimi e non, che hanno espresso il loro sostegno senza nascondersi dietro le critiche e i "nominalismi" per pura logica di schieramento.
Nulla da smentire. Nulla da dichiarare. Semmai, invitare a rileggere attentamente, oltre gli allegati, anche la modulistica del “progetto”, per verificare cosa può essere rendicontato. E, soprattutto, fare uno sforzo per comprendere il significato e la portata del termine “progetto”. Gli esempi “terra terra” …... magari li facciamo in un secondo momento.
Così come mi sembra opportuno ribadire che sulla questione Emilio Notte/centenario Futurismo/finanziamenti regionali non serve a nessuno perdere l’occasione. Quale che essa sia. Soltanto esprimere l’augurio che quelle voci di corridoio secondo cui “...si sta impostando la pratica per accedere ai fondi regionali per il recupero delle tre tele di Emilio Notte…” siano fondate e reali. Ne guadagneremmo tutti, senza sofismi e senza “nominalismi”.
Di tutto il resto (le strumentalizzazioni, gli albi dei “fornitori”, la magnanimità, il pusillanime, i paradisi tropicali, etc.) ne parleremo “giocosamente“ in un altro momento. Adesso, con la serena consapevolezza di chi non ha mai voluto e non vuole utilizzare in modo strumentale la vicenda, non c’è né lo spazio né la volontà di abboccare a polemiche palesi o nascoste.
***

Fuori da ogni polemica, personalmente, appoggio ogni sforzo (meglio ancora se sinceramente bipartisan) che porti alla giusta valorizzazione e collocazione di un patrimonio artistico (quello lasciato alla comunità cegliese da parte di Emilio Notte) attraverso ogni possibile strada finanziaria ed aldilà delle ricorrenze d'occasione.

Giacomo Nigro

martedì 25 novembre 2008

l'opinione dell'Assessore

Sul blog dei "cegliesi nel mondo" l'Assessore Suma ha lasciato il testo che segue intitolato "prove di dialogo"; credo sia doveroso riproporlo qui sul blog dedicato a Emilio Notte in quanto prosegue, chiarisce e risponde ad altre istanze già qui pubblicate.

"Consentitemi una premessa giocosa.
I consiglieri comunali di opposizione (una parte per la verità), protagonisti di un fantasioso ritrovamento presso la pinacoteca civica, sono presi da allucinazioni.
Sulla ormai famosa vicenda del recupero dell’area di via Vespucci, affermano persino che c’è un trullo, testimone del legame identitario del popolo cegliese.
Ma dov’è il trullo? Chi lo ha visto mai? rammentando una battuta del cabarettista Paolo Rossi ai tempi di Avanzi, potremmo dire: MA CHE VI FUMATE? (poi continuava chiedendo chi fosse lo spacciatore!!!)

In verità un trullo c’è, ma in via Quasimodo, e grazie alla determinazione di una importante realtà associativa di Ceglie, e alla volontà di questa Amministrazione è oggi sede sociale per attività didattiche e culturali; ma questo è avvenuto nel silenzio dei consiglieri cercatori.

In tutte le gallerie d’arte e musei esistono i magazzini, vi sono opere che intenzionalmente non vengono esposte stabilmente per strategie di comunicazione e di promozione.
Nel nostro caso, le opere conservate in magazzino, dunque non smarrite, come scritto erroneamente nel titolo dal Quotidiano, non sono esibite al pubblico dal lontano 1998 per fare posto alla mostra archeologica organizzata in quegli anni. (Le notizie, seppur trattasi di comunicati stampa vanno verificate quando coinvolgono persone e aspetti così delicati?).
C’è anche una evidente questione di spazi connessa allo stato e alle dimensioni delle pareti dell’attuale struttura (che non scopriamo oggi e che ereditiamo, alla quale stiamo ponendo soluzioni definitive). Da evidenziare l’invito non secondario di alcuni anni fa e ribadito di recente da parte di personalità nel campo della cultura, di evitare di esporre nella sala destinata alla “Crocifissione “ di Emilio Notte, opere altre.
Oggi, seppur per alcuni mesi ancora, quasi tutte le opere sono esposte, anche in deroga a quel consiglio.

Recandoci presso la Biblioteca/Pinacoteca, è stato chiesto, che tutte le opere in magazzino, inventariate regolarmente nel tempo, fossero esposte, anche in coincidenza con le feste natalizie, ma anche per iniziare a registrare e imballare poi, tutti i beni. Inizierà il lavoro di catalogazione e cernita presso i locali di Via Chirulli, in virtù dell’oramai annunciato trasferimento del patrimonio librario e artistico rispettivamente nei locali dell’Ex Albergo Ferrovia e nelle stanze del Castello. Segnaliamo che alcune altre opere sono presenti nella casa comunale.

Le foto incriminate
Si tratta di dipinti posizionati temporaneamente e in assoluta sicurezza dai custodi su un piano rialzato di marmo, in attesa di essere spolverati e ricollocati al loro posto sui pannelli in fase di smaltatura e taglio.
Il basso rilievo riportante una stazione della Via Crucis, era posato su di un armadietto.
Il disordine in alcune stanze secondarie è dato anche da alcuni lavori in corso.

Si parla poi di alcuni altri oggetti, periodici e libri minori; i quali dalle info raccolte, sono stati depositati senza permesso alcuno da qualche soggetto che ha pensato bene di utilizzare di recente la nostra biblioteca come sua dependance; se fossero di valore, il soggetto avrebbe fatto una donazione ufficiale o più verosimilmente non se ne sarebbe disfatto, siamo in corso di verifica anche su questo.

Sulla questione specifica del Futurismo e di Emilio Notte, una lettura attenta da parte di molti avrebbe evitato fraintendimenti. Ma la politica alcune volte predilige le vie complicate.
Nell’atto deliberato dalla Giunta, atto autonomo ed efficace, che testimonia un lavoro di relazioni già svolto, presentato in consiglio proprio per discuterlo fuori da logiche di trinceramento sono contenuti passaggi assolutamente chiari.

Anche la provincia di Brindisi, viene opportunamente e ovviamente menzionata assieme ad altri importanti Enti (Perché escluderla? Per autolesionismo?). Il gesto magnanimo del Sindaco e della sua maggioranza di ritirare il proprio punto ai lavori del consiglio (più strutturato di quello presentato da parte delle minoranze), è stato strumentalizzato. (Lo abbiamo fatto ritirare noi, o le le, o la la), Perché rincorrere una guerra di posizione. A chi giova?

Avremmo potuto sottrarci alla discussione e respingere, in una logica di muro contro muro che non ci appartiene, il punto presentato da una parte della minoranza limitandoci col dire che quell’odg era stato superato in forza dell’atto di giunta precedente. Ma abbiamo preferito il dialogo.
Le parti, compresa l’Amministrazione, hanno convenuto reciprocamente di incontrarsi a breve, per definire meglio il da fare.

Ciò che conta, superando le dispute sterili e guardando avanti, è che l’Amministrazione comunale oltre al Castello, che diventerà polo culturale, sta lavorando, grazie ad altri finanziamenti ricevuti per sistemare il piano superiore dell’Ex Albergo Ferrovia sede della nuova Biblioteca e il piano superiore del Centro di Documentazione Archeologica, spazio espositivo per la contemporaneità.

In uno spirito di collaborazione vi ringrazio per l’attenzione.
Patrizio Suma,

Ceglie Messapica, 24 novembre 2008"

domenica 23 novembre 2008

una proposta.2

A tutta la blogsfera cegliese, per rilanciare in meglio e in positivo l'attività di una comunità che, al di là di tutto, rappresenta comunque la vivacità e la voglia di cambiare della nostra città.

"Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, nella quale si è discusso delle manifestazioni per celebrare il Centenario del Manifesto Futurista, nonché del suo esponente Emilio Notte, in maniera trasversale i gruppi consiliari hanno convenuto, visto il loro potere di indirizzo, di chiedere all’Amministrazione Comunale un intervento immediato per valutare la necessità del restauro di alcuni quadri del Maestro Notte, nostro concittadino. Previa la consulenza di un esperto in materia, sicuramente necessitano di un restauro, oltre che di una migliore conservazione, i tre quadri appartenenti all’epoca futurista, ovvero “La popolana”, “L’Allieva” e “Piazza mercato”, datati tra il 1916 e il 1921.
Purtroppo l’Amministrazione Comunale non ha raccolto tale invito, non ritenendo l’iniziativa prioritaria.
Tra dieci giorni scade il bando della Regione Puglia per i finanziamenti alle iniziative culturali (delibera G.R. n.1568/07) che se opportunamente attivati potrebbero rappresentare una occasione per realizzare il restauro delle tele.
Considerata la condivisione dei diversi gruppi consiliari, riteniamo un grave errore lasciar cadere questa possibilità nel vuoto, soprattutto perché i quadri andrebbero restaurati prima della futura allocazione nella nuova Pinacoteca comunale del Castello.
Ci rivolgiamo, quindi, a tutti i blogger cegliesi e agli amici della rete, senza distinzione alcuna, affinché si attivi una sensibilizzazione, una petizione in rete, per sollecitare l’amministrazione a fare propria la volontà consiliare e ad attivarsi per non perdere l'occasione del finanziamento regionale.
Una progettualità concreta per il restauro di alcune opere del Maestro Emilio Notte sarebbe il modo migliore per celebrare il Centenario ed il nostro illustre concittadino.
Nicola Ciracì, Angelo Palmisano, Franco Nigro

Sottoscrivo riportando la mia opinione già espressa su questo blog:
"Credo si dovrebbero evitare strumentalizzazioni, la storia e la cultura sono patrimonio comune, difficilmente possono avere padroni o padrini."

Giacomo Nigro
reportage (aggiornamento del 21 novembre)

martedì 18 novembre 2008

due considerazioni e un reportage

(...)
A proposito comunque di Emilio Notte, apprezzamenti pesanti, tensione, nervi a fior di pelle, ordini del giorno ritirati ... mi sembra che questa situazione sia davvero FUTURISTA.

E' ora di smetterla col buonotuttobuono e bellotuttobello.
biondidomenico

Credo si dovrebbero evitare strumentalizzazioni, la storia e la cultura sono patrimonio comune, difficilmente possono avere padroni o padrini.
giacomonigro
reportage (aggiornamento del 21 novembre)

lunedì 17 novembre 2008

delibera di giunta

Ceglie Messapica,
Delibera di giunta approvata il 17 novembre 2008, trasmessa e sottoposta al Presidente del Consiglio Comunale nella seduta odierna.

Premesso che

A cento anni dalla pubblicazione del Manifesto del Futurismo avvenuta nel 1909 sulla prima pagina de «Le Figaro» (del 20 febbraio 1909 firmato dal líder máximo Marinetti), diverse città europee ed italiane in collaborazione con i principali centri per l’arte contemporanea si apprestano a celebrare quello che da tutti gli storici dell’arte è definito come il primo grande movimento d’avanguardia italiano,

il futurismo, movimento culturale controverso per il collateralismo col fascismo e complesso per la capacità di essere riuscito a toccare i diversi aspetti della creatività umana, è da diversi anni sotto la lente di ingrandimento di stimati studiosi (Calvesi, Crispolti, Villari, Benzi), per meglio ancora comprenderne la portata sul piano artistico e le sue implicazioni storiche,

da parte di molta critica qualificata si ritiene troppo semplicistico e riduttivo utilizzare l’equivalenza fascismo=futurismo, o il binomio Marinetti-futurismo, tant’è Il progetto futurismo100 Venezia, Rovereto, Milano, a cura di Ester Coen, costituisce l’appuntamento italiano più atteso delle celebrazioni del Centenario, perché propone attraverso le tre esposizioni, una rilettura inedita del futurismo, anche alla luce delle diverse personalità protagoniste del futurismo,

In relazione al clima di intolleranza e razzismo che oggi serpeggia in Italia e che giorno dopo giorno diventa sempre più preoccupante è necessario prestare attenzione ed equilibrio nelle celebrazioni per evitare che il Futurismo a distanza di 100 anni, in maniera anacronistica, superficiale e strumentale divenga per alcuni terreno di legittimazione per pratiche anticostituzionali.

Considerato che

la nostra Città diede i natali ad Emilio Notte maestro del ‘900, il quale nel 1917 firmava insieme a Lucio Venna il manifesto teorico futurista Fondamento lineare geometrico, pubblicato ne "L'Italia futurista" del 21 ottobre, anche se il Maestro non fu mai particolarmente attratto dalla civiltà meccanica e metropolitana, dimensioni tipiche del futurismo, tant’è nelle sue piazze è più frequente ritrovare tranquilli animali da tiro anziché automobili, tram o locomotive in corsa sbuffanti,

nell'immediato dopoguerra, dopo aver cercato di creare una corrente di pittori futuristi anti-astrattisti, Notte prende decisamente le distanze dal Futurismo e da Marinetti modificando anche la sua posizione politica che da socialista diventa addirittura comunista,

il maestro alla fine degli anni ’70 donò alla sua Città una collezione di sue opere che abbracciano sessant’anni circa di attività, conservata attualmente presso la pinacoteca civica ubicata presso un palazzo storico di fine ‘800 e che nel prossimo futuro sarà collocata definitivamente nelle stanze del castello per costituire assieme alle altre opere in possesso dell’Ente la nuova Galleria d’Arte Moderna Emilio Notte,

Visto Che

l’Amministrazione comunale attraverso l’assessore delegato alle politiche culturali, è in fase avanzata di studio e verifica circa la possibilità di celebrare il Futurismo al fine di far circuitare le opere del nostro e di ospitare nel contempo opere di altri artisti del ‘900 e iniziative atte a stabilire relazioni e collaborazioni con altri enti e partner privati

Dato che

In data 30 settembre
l’assessore Suma inviava una nota di risposta al comune di Lecce circa la possibilità di collaborare per la realizzazione di iniziative sul Futurismo,

ad oggi risultano diversi gli incontri avuti ufficialmente in particolar modo con la Sen. Adriana Poli Bortone che riveste la carica di Ass. alla cultura del capoluogo salentino

In data 3 ottobre
l’assessore Suma inviava una nota al Dir. Gen. Russo, all’Arch Carrozzo e p.c. al Sindaco con la quale si invitavano gli uffici preposti a ricercare materiali prodotti dal Comune su Emilio Notte;

nella nota citata l’assessore comunicava di aver acquisito una delibera della Giunta Annese datata ottobre 2002 e una Det. Dirigenziale, circa l’organizzazione, da parte dell’Amm. ne di allora, di un convegno di altissimo profilo sul nostro realizzatosi il 30 novembre 2002 presso il Teatro Comunale.

In data 6 ottobre
i consiglieri di minoranza presenti alla seduta del C.c. presentarono a fine lavori un o d g, da discutere al primo consiglio utile con argomento proprio le celebrazioni del futurismo,

in data 7 ottobre si è provveduto alla registrazione del sito –in costruzione- http://www.gam-emilionotte.it

In data 8 ottobre
il Direttore generale scriveva all’ass. Suma comunicando che da una prima ricerca erano stati ritrovati alcuni ciclostilati e una audio cassetta riferibili agli atti ufficiali del convegno su citato,

In data 12 novembre
è’ giunta a questo Ente dopo frequenti colloqui telefonici tra le parti, ad opera dell’Associazione culturale “Via Media" di Brindisi una nota con la quale si avanza la proposta di voler organizzare in collaborazione con il Comune di Brindisi una mostra sul futurismo e su Emilio Notte e che pertanto richiedono integralmente e/o parzialmente la nostra collezione che sarà ospitata nella prestigiosa cornice di Palazzo Nervegna.

Nell’ultima settimana
diversi sono stati i contatti sia telefonici, sia via mail con alcuni docenti dell’Università del Salento, che hanno manifestato interesse e disponibilità e con rappresentanti dell’Amministrazione provinciale di Brindisi.

L’Amministrazione Comunale,

considerato l’importante lavoro svolto sinora, al fine di progettare assieme ad altri Enti istituzionali e partners privati eventi che consentano alla nostra città di essere parte nelle manifestazioni per le celebrazioni del Movimento Futurista,
ospitando in occasione della inaugurazione della nuova galleria d’arte moderna Emilio Notte una mostra collettiva con opere d’arte del periodo futurista e di scuola futurista;
acquistando pubblicazioni che documentino le recenti ricerche e contributi sul futurismo; realizzando un catalogo cartaceo e on-line in collaborazione con L’Università del Salento, che selezioni e commenti il patrimonio pittorico di proprietà dell’Ente,
e di verificare la possibilità di pubblicare esclusivamente sotto la guida e cura di accademici dell’Università del Salento gli Atti del Convegno del 2002.

sottopone all’attenzione del C.c il presente o. d. g., col quale chiede un sostegno partecipato e dunque un voto favorevole.
(fonte)

un paggetto servente a distanza

Oltre il futuro! Dove? A Ceglie Messapica

"... Il futuro è una palla di cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo"... A Ceglie Messapica il futuro... L'ABBIAMO GIA' SUPERATO!!! Insieme a tutti gli stracci. Agli omuncoli con le patacche di plastica; agli intellettuali anonimi e di nuovo conio; ai paggetti serventi a distanza o "lottatori" dalle spalle contadine... alla bisogna...; ai Principi vigliacchi e nascosti che consigliano querele; a coloro che si preoccupano della rozzezza di certi personaggi di destra, di certi ambienti "pericolosi"... dimenticando la loro stessa ignobile bassezza quando scrivono e-mail denigratorie o di "invito" alla diserzione di mostre "scomode"; a tutti coloro che dell'arte non importa niente ma vogliono continuare a sopravvivere ritagliandosi lo spazietto speculativo nel dualismo Futurismo/Fascismo.
Un futuro tanto agognato e desiderato da ... far dimenticare il contenuto dell'ordine del giorno in discussione nel Consiglio Comunale di domani.
Premesso che il prossimo anno si celebrera il Centenario della nascita del Futurismo e che in tutta Italia, le amministrazioni pubbliche, stanno organizzando manifestazioni per celebrare questo importante evento, oltre alle numerose che hanno già organizzato prodromi della ricorrenza; poichè il Futurismo, proprio per la sua portata e vocazione universale, è stato l'ultimo importante movimento italiano capace di influenzare movimenti artistici in numerosi stati; rimarcando che tale movimento ha avuto tra le sue figure più autorevoli il pittore EMILIO NOTTE, nato nella nostra ceglie e che a dimostrazione del suo legame con la nostra città, ha inteso donare alcune delle sue opere più autorevoli, permettendo la presenza nel nostro centro storico di un notevole luogo d'arte quale la Galleria Pinacoteca "E. Notte"; visto inoltre che tale Galleria è priva anche delle pur minime forme pubblicitarie, quali un catalogo o un sito Internet istituzionale, impedendo che tale patrimonio possa essere conosciuto in ogni luogo del mondo;
i sottoscritti consiglieri IMPEGNANO l' amministrazione comunale ad attivarsi finchè Ceglie celebri il Centenario del Movimento Futurista con iniziative ed eventi di alto spessore culturale, tali da da mostrare la modernità e novità del pensiero Futurista e, nel contempo, renda omaggio al nostro autorevole concittadino e alla sua pittura; a coinvolgere in tali iniziative il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, gli Istituti artistici, le Accademie di Belle Arti e le Università pugliesi, al fine di conferire a tali iniziative una dimensione regionale/nazionale e far riconoscere la Pinacoteca "E. Notte" monumento di interesse nazionale.
Nicola Ciracì-Angelo Palmisano-Antonio Casale-Vito Santoro-Ciro Argese-Pietro Magno-Franco Nigro
E se qualcuno non vuol fare niente per celebrare la ricorrenza artistica o non vuole ammettere le condizioni disastrose in cui è stata ridotta la Pinacoteca comunale... basta!! Smettetela, una buona volta. Non vorremmo che, per ripicca, alla città fosse inflitta l'ennesima punizione della "prolusione" purgante a cura del prestigioso Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia democratica.
RivaDestra


***

le provocazioni mi scivolano sulle larghe spalle contadine ereditate da generazioni di lavoratori della terra sia da parte di madre che da parte di padre, con quelle origini non ho potuto che diventare un progressista, in quanto al 68 ero troppo giovane per averci partecipato, nel 77 troppo impegnato nel servizio militare per essere stato un rivoluzionario ad ore, però si sta parlando di futurismo e di quello parliamo, già tante volte sono stato tacciato di protagonismo...

un paggetto servente a distanza

sabato 15 novembre 2008

Il "centenario" in Consiglio


Prot. Com.le N° 27832
lì, 10 novembre 2008

OGGETTO: Avviso di convocazione seduta del Consiglio Comunale.

Ai sensi degli artt 39 e 42 del T.U.E.L. 18 agosto 2000, n.267, dell’art. 23 del vigente Statuto Comunale e art. 8 del Regolamento del C.C., e delle determinazioni assunte nella Conferenza dei Capigruppo nella seduta del 24.10.2008 si avvisa che il Consiglio Comunale si riunirà il giorno 17 novembre 2008, alle ore 18.00, con prosieguo presso la Sala Consiliare della Sede Municipale (Via E. De Nicola), per la trattazione dei seguenti argomenti:

  • Esame O.d.G. presentato dall’opposizione ad oggetto: “Celebrazione del centenario del movimento futurista”.
  • Ratifica Delib. G.C. n. 324 del 29.10.2008 ad oggetto “Variazione al Bilancio di Previsione 2008 ed istituzione di nuovi capitoli”.
  • -Assestamento al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2008.
  • -Approvazione Piano Diritto allo studio anno 2009.
  • -Servizio di Tesoreria Comunale – Approvazione schema di convenzione.
  • -Rettifica delibera C.C. n. 36 del 30.11.1999 ad oggetto: “Approvazione progetto di ristrutturazione Masseria Tarturiello”.
  • -Lavori di sistemazione slargo Via Vespucci. Acquisizione area.
  • -Lavori di collegamento da Via Amati a Via Villa Castelli. Acquisizione area.
  • -Modifica Regolamento comunale per la determinazione dei criteri e modalità per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi a favore di persone ed enti approvato con Del. C.C. n. 7 del 26.02.1991.


IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
F.to dott. Donato Gianfreda

Ulteriori informazioni:
http://www.meetup.com/meetupceglie/it/calendar/9167993/

"Smemo e Ahiceglie stanno sicuramente offrendo a noi tutti un grosso contributo. Non si tratta di sdoganare il futurismo dalle sue implicazioni col fascismo, ma di non ridurlo e imbrigliarlo all'interno di una lettura se vogliamo passatista. Il futurismo è andato ben oltre.
Ma la serenità non a tutti piace.
Rispetto alle riflessioni appuntite e soprattutto all'invito di MacPrincipe, che sa molte cose ed è ben documentato, ringrazio, rifiuto e vado avanti. Non mi interessano le denunce le querele e cose di questo genere, soprattutto oggi, in un periodo in cui i blog sono assediati.
Dunque Smemo e altri che dimostrano interesse per il futurismo per ciò che ha rappresentato per l'arte e la cultura alla stregua del del sindaco Socialista di Parigi sarebbero dei violenti agitatori che sostituiscono alle parole l'uso dei pugni?
State tranquilli, non prometto fuochi d'artificio, non amo il sensazionalismo, l'uscita ad effetto non sono un "eventista", lavoreremo per offrire un contributo di conoscenza serio e pacato.
Mdreus"
Ho riportato il testo di un commento lasciato sul blog dei cegliesi nel mondo, senza nessun intento polemico, ma per esporre una opinione che credo di poter considerare se non "ufficiale" almeno "ufficiosa" rispetto alla maggioranza al governo del Comune. La speranza è che i prodromi infuocati che presiedono alla presentazione del punto 1. dell'O.d.G. non determino un danno all'immagine della Cultura cegliese.

martedì 11 novembre 2008

Comunicazione dell'assessore

Caro Giacomo,
settimane fa ti ho scritto in privato comunicandoti che l'Amm.ne Comunale di Ceglie M.ca sta lavorando assieme ad altri e diversi enti pubblici e partner privati ad un cartellone di eventi della durata di un anno dedicato al movimento culturale futurista.
Bene, stamani ho partecipato al terzo incontro, si vanno delineando le attività; interventi che toccheranno gli aspetti più diversi e non solo prettamente e classicamente artistici. Ti terrò informato, ovviamente anche tutti i tuoi visitatori, prevedo che nelle prossime settimane passeremo alle ufficializzazioni e ai comunicati necessari. Volevo "placare" le tue (e non solo tue) attese.
E' superfluo ricordare che Emilio Notte, pur non riducibile all'esperienza futurista (al di là di facili discorsi e un po' d'occasione), avrà il ruolo che merita.
Voglio però ricordare fino allo spasimo (spero che si voglia ascoltare), che la nuova collocazione delle opere del Maestro Notte, seguita da un catalogo e da un apparato critico adeguato (bisogna ringraziare l'Amm. ne guidata dal Sindaco Mario Annese e dell'Assessore Paolo Maria Urso nel promuovere la giornata di studio dedicata al nostro, le cui risultanze avranno giusta e trasparente rilevanza), restituiranno dignità alla nostra collezione e grazie alla suggestiva cornice che ci consentira di realizzare eventi paralleli, potremo con una certa convinzione aprire nuovi confini alla conoscenza sul Notte, certo è un lavoro lungo e di sentimenti, che non dovrà subire interruzioni, utile la partecipazione di tutti coloro che amano sinceramente Emilio Notte.

Ho ricevuto e pubblico qui questa lettera aperta da me ricevuta dall'Assessore Patrizio Suma che ringrazio pubblicamente per l'attenzione che rivolge ai modesti sforzi che, da parte di questo blog, si compiono per una giusta ed equilibrata visione della figura di Emilio Notte: artista cegliese di nascita e che ha Ceglie ha donato un considerevole lascito di opere riconoscendo così al suo luogo natale una certa dignità nell'ambito della sua biografia consumata quasi totalmente fuori dei confini cegliesi. Vorrei qui evitare le polemiche sul Suo appartenere o meno alla corrente futurista, di sicuro alcune opere giovanili sono perfettamente riconducibili a quel movimento e in tal senso mi pare giusto inquadrare un ricordo dell'artista nel prossimo centenario di quel movimento. Plaudo alle intenzioni di "un lavoro lungo e di sentimenti".

Il dipinto in foto presente nella nostra galleria è di Goffredo Godi http://www.goffredogodi.it/ allievo di Emilio Notte.

giovedì 6 novembre 2008

Sognando Federico

Presentazione del libro "Sognando Federico" di Irina Hale, martedì 18 novembre a Ceglie Messapica in occasione della manifestazione "Ottobre, piovono libri" edizione 2008:
- ore 9:30 presso la Scuola Elementare "San Giovanni Bosco" Via Francavilla,
-ore 11:00 presso la Scuola Elementare "Papa Giovanni XXIII" Via Martina.


"Sognando Federico" edizioni "P x C Progetti per comunicare" (piccola casa editrice con sede a Ceglie Messapica) è un libro d'arte che trasferisce sulla pagina le opere di Irina Hale, pittrice anglo-russa, da quarant'anni nelle campagne di Cisternino. I suoi lavori, fatti di acquerelli e stoffe multicolori, raccontavano in una mostra l'infanzia di Federico II a Palermo, con una narrazione che colmava le lacune della storiografia creando il ritratto di un bambino vero che gioca, soffre, scopre... Quelle tavole, ora nelle pagine di un libro, raccontano la storia del Puer Apuliae, un poetico viaggio anche per ragazzi, con la prefazione di Raffaele Nigro e un inedito della poetessa Adriana Notte. "Sognando Federico" è un libro destinato ad intenditori d'arte ma anche un poetico viaggio per bambini e ragazzi. "... delicato come Il piccolo principe nella sua progressione narrativa, e pittoricamente lieve come lo sono i mosaici medievali, nella raffigurazione." (Raffaele Nigro)


Irina Hale, nata a Londra da madre russa e padre irlandese, vive oggi fra i trulli della valle d'Itria. Donna e artista aperta al mondo ha soggiornato a Roma, Parigi, India e Afghanistan. Illustratrice, ha pubblicato più di 15 volumi per le migliori case editrici di narrativa per l'infanzia in Inghilterra e Usa ed ha esposto le sue opere nelle maggiori capitali europee. Dal '92 lavora con il teatro delle ombre creando spettacoli e dando vita a laboratori didattici oggi con la compagnia di recente costituzione ‘L'Orto delle Arti’.

giovedì 30 ottobre 2008

impara l'arte e... mettila da parte

Puntualizziamo e chiudiamo la polemica

Sembra che non sei molto gradito da quelle parti gisan. ti stanno forse scaricando? Hanno sicuramente da perdere.
Antonio C.

La prendo come una battuta la tua, Antonio, perché non sono sicuramente scaricabile in quanto non sono mai stato in carica a nessuno. Se qualche volta ho chiesto degli spazi per potermi esprimere, dopo il primo no non ho più insistito anche se era nel mio diritto non volendo peccare di presunzione. Se si chiude una porta se ne aprono tante altre, quindi non mi preoccupa essere ignorato da alcune persone. Quello che mi dà più fastidio è che quella stessa gente, conosce me e la mia mail quando deve promuovere e caldeggiare le proprie manifestazioni. Ovvero due pesi e due misure.
Gisan51

Ho voluto riprendere qui sul blog dedicato a Emilio Notte il post dell'amico Pino Santoro perchè trovo che le incomprensioni verso l'arte accomunano il suo caso a quello che pare interessare il tema della rievocazione di Emilio Notte nel centenario del futurismo. Naturalmente il mio potrebbe essere un ragionamento smentito da fatti che non conosco.

Immagine: Depliant programma estivo 2003 a cura dell'assessore alla cultura Paolo Urso (amm. Annese)

mercoledì 29 ottobre 2008

Crocifisssione


Il ricordo di Emilio Notte intrecciato con un evento doloroso dell’autore.
L'ultimo anno
di Francesco De Simone, Guida Editori, 2005

Adesso che il peggio è passato ti godrai per qualche giorno la casa, poi andremo in clinica per le ultime cure necessarie alla totale guarigione.
Cercavo, così, ingannandoti, di darti coraggio e, nel contempo, di anticiparti il trasferimento - che sa­rebbe avvenuto dopo qualche giorno - in clinica.
Non rispondesti.
Dopo le persone, incominciasti a guardare le cose: i mobili, gli oggetti d'argento posti nella antica vetrina, la Natività, i quadri. Dagli occhi sgorgarono lacrime, che con riservatezza soffocasti, guardando il Cristo "vietnamita" e la pietà di Emilio Notte.
Un bambino senza vita, le braccia scheletriche, penzolanti dalle spalle, come una cordicella, una camiciola bianca il volto privo di espressione, senza occhi, è appoggiato come un fagotto sulle gambe della madre. La donna, il viso grigio emaciato, con amorevole abbandono guarda il cadaverino steso sulla schiena, con occhi che piansero ma che sono asciutti, come se mai avessero pianto. Lei vive e guarda stupita il suo bambino che non vive. E’ una scena molto triste, un quadro che ha sempre destato contrastanti sentimenti: il confine tra la vita della madre e la morte del figlio è opaco, confuso. C'è più morte nella vita o più vita nella morte? Si vive per morire o si muore per incominciare a vivere? Guardavi con fissità il quadro.
Non so se pensavi alla linea sfumata tra quanto ancora ti restava della vita e la morte o se pensavi al fondamento del tema che l’autore ci aveva descritto.
Conoscemmo Emilio Notte negli anni '70, per puro caso. Un vecchio biblico, agli sgoccioli della vita ma ancora con grande vitalità: occhi celesti spiritati,una lunga barba bianca da patriarca, abiti dimessi,anticonformista, il mezzo sigaro sempre tra le labbra. Si creò subito una istintiva attrazione.
I discorsi sulle scuole, sullo studio, sulla ricerca e sull'impianto del quadro, sul gioco dei volumi riferiti all’arte – che secondo me è proiezione del sentimento e non complesso di regole e tecniche - li ho sempre contestati: fatti da lui, sembrava sminuissero il valere dei suoi dipinti e ne attutissero l'emozione. Le riunioni, alle quali partecipavano poche altre persone, divennero per me suggestive quando le conversazioni si spo­starono sul senso e sull'impegno delle proprie azioni. Si determinò tra noi una piacevole dialettica tra la sua tesi illuministica, che della filosofia della vita af­fermava l'esclusivo predominio della ragione e la mia che riteneva conciliabile l'ambito razionale con quello ideale e sperimentale. Anche se l'ho sempre privilegiata, non ho mai concepito la ragione ege­monica e totalizzante l'intero universo, dovendo essa ineludibilmente conciliarsi con altre testimonianze di vita. Lui era di avviso contrario.
Ricordo, ora, gli episodi più salienti della sua vita confidati in quei pomeriggi che ci videro nel suo stu­dio: il duello a spada fatto nel primo novecento; le polemiche successive alla sottoscrizione del Manife­sto del Futurismo; l'amicizia con Boccioni, Balla, Severini; l'approdo al cubismo. Non ci parlò mai della terribile fine della moglie, tragedia che lo portò alla pittura detta Crocifissione, delle pietà, delle Mater­nità, opere il cui tema fondante è il dolore. Lo stesso dolore che lo colpì come uomo e come artista, dolore che trova la sua origine nello strazio dell'umanità che soffre: chi più di un Cristo, spezzettato sulla croce, o di una madre, con volto smagrito e corpo di­sarmonico, possono testimoniare l'umana fragilità e la sofferenza che uccidono l'anima ancor prima del corpo?
Ecco, solo ora mi rendo conto che quel pomerig­gio che tornasti a casa nel fissare il Cristo e la madre, col figlio morto sulle gambe, forse pensavi che la sofferenza e la disperazione ancor prima che nel corpo ti avevano causato già la morte interna. Perciò, forse, i tuoi occhi si velarono di lacrime …
L’immagine è la “Crocifissione”, una delle opere donate nel 1976 da Emilio Notte alla sua città natale, Ceglie Messapica, ed è esposta nella galleria d'arte moderna che porta il suo nome.

mercoledì 22 ottobre 2008

un filologo per Emilio Notte e il futurismo

Antonio Lucio Giannone, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Lecce. Si è occupato prevalentemente della poesia italiana contemporanea, del futurismo, di aspetti e figure della cultura letteraria meridionale dell’Ottocento e del Novecento e dell’opera di Vittorio Bodini, del quale ha curato il Corriere spagnolo (1946-1954) (1989) e Barocco del Sud (2003). Ha pubblicato, fra l’altro, i seguenti volumi: Bodini prima della “Luna” (1982), Tradizione e innovazione nella poesia italiana del Novecento (1983), La “permanenza” della poesia (1989), Futurismo e dintorni (1993), Scrittori del Reame (1999), L’avventura futurista (2002), Le scritture del testo. Salentini e non (2004).


Progetti di Ricerca:
- Reperimento, studio e pubblicazione degli scritti e dei carteggi di Vittorio Bodini;
- Aspetti e momenti del rapporto tra letteratura e giornalismo nel Novecento;
- L’attività letteraria di Michele Saponaro;
- Poesia e prosa del futurismo italiano.


Pubblicazioni recenti, il 2002:
1. L’avventura futurista. Pugliesi all’avanguardia (1909-1943), Fasano, Schena, 2002, pp. 128 (Collana “Ori di Puglia”, diretta da G. Cassieri, 13).
2. Comi e Onofri, in Girolamo Comi. Atti del Convegno internazionale (Lecce-Tricase-Lucugnano, 18-2O ottobre 2001), a cura di P. Guida, Lecce, Milella, 2002, pp. 251-270.
3. Profilo di Rocco Scotellaro, in “Critica letteraria”, a. XXX, fasc. IV, n.117/2002, Miscellanea di studi critici in memoria di Pompeo Giannantonio, II, pp. 867-888.
4. Rec. di Annalucia Lomunno, Rosa sospirosa (Torino, Piemme, 2001), in “L’immaginazione”, a. XIX, n. 184, febbraio 2002, pp. 17-18.
5. Panorama poetico del primo ‘900: il posto di Gozzano, in “Il foglio”, Castrovillari, a. 8, n. 2, giugno 2002, pp. 16-17.
6. Emilio Notte, Firenze e il futurismo in Puglia, in “Ceglie Plurale”, a. II, n. 13, novembre 2002, p. 1.
7. Oggi a Ceglie Messapica una giornata di studi dedicata al pittore pugliese formatosi con Marinetti / Emilio Notte, maestro dell’altro Futurismo, in “Nuovo Quotidiano di Puglia”, 30 novembre 2002.

lunedì 13 ottobre 2008

futurismo in mostra

Menzogna storica o ripristino della verità? I fatti, innanzitutto. Mercoledì 15, presso il Centre Georges Pompidou di Parigi, si inaugurerà una grande mostra, Le futurisme à Paris. Une avant-garde explosive, che, nei prossimi mesi, approderà a Roma (alle Scuderie del Quirinale, dal 20 febbraio) e a Londra (alla Tate Modern, dal 12 giugno). Una rassegna che documenta, con puntualità filologica e con qualche audacia interpretativa, la stagione d' oro del movimento marinettiano. In particolare, ci si sofferma su un episodio cruciale: l' esposizione delle opere di Boccioni e dei suoi amici nella galleria parigina Bernheim-Jeune (nel febbraio del 1912). Partendo da qui, si indagano le ragioni sottese al dialogo - spesso conflittuale - intercorso tra il fronte futurista e quello cubista, per esaminare, soprattutto, echi e rifrazioni: le impronte lasciate dai quadri e dalle sculture degli artisti italiani sulle maggiori poetiche europee. Dietro questi fatti si nascondono intenti di ordine politico e culturale. Ci troviamo dinanzi a una ricostruzione dal forte valore simbolico, che rivela attriti, rivalità, scontri. Un' appropriazione indebita? O addirittura uno scippo? Insomma, perché Parigi ha deciso di celebrare per prima la nascita del più straordinario movimento d' avanguardia? La questione è delicata. Siamo di fronte a un omaggio che dimostra il desiderio della Francia di appropriarsi di una meravigliosa, mobile e plurale esperienza creativa, imprescindibile punto di riferimento per tutti gli sconfinamenti linguistici della seconda metà del secolo scorso: dall' informale alla pop art, dall' happening a fluxus, alla videoarte. Solo un imbroglio critico? No. La mostra del Centre Pompidou mette in scena menzogne, ma anche verità. In fondo, assistiamo a una sorta di ritorno a casa del futurismo, il cui battesimo avvenne proprio a Parigi, dove, sulla prima pagina de «Le Figaro» (del 20 febbraio 1909), apparve il manifesto di fondazione, firmato dal líder máximo Marinetti. Parigi è un po' il destino necessario, per tutti i protagonisti delle sperimentazioni della prima parte del XX secolo. È, come ha scritto Giovanni Macchia, la «Gerusalemme di un mondo laico, (...) enorme organismo in movimento, bello perché è vivo, animato nel suo divenire da una vita sotterranea». Marinetti e i suoi compagni di strada si recano in questa Babele della contemporaneità alla ricerca della consacrazione, innamorati di un Paese come la Francia, dotato - a differenza dell' Italia - di un' autentica tradizione della modernità. Parigi è la mèta. Ed è anche il luogo da cui muovere per avviare una campagna di colonizzazione dell' Occidente, con una strategia che oggi potremmo definire global. Questo allargamento geografico, tuttavia, è costantemente percorso da un intenso richiamo alle radici: ma la dimensione locale del gruppo non viene scandagliata dall'antologica del Pompidou. Perché, nel futurismo, sembra rivivere lo slancio impossibile del volo di Icaro: il suo sogno, la sua delusione. Da un lato, il bisogno di porsi in sintonia con il paesaggio internazionale delle arti; dall'altro lato, la necessità di ricollegarsi ai valori italiani. Essere senza frontiere, ma con moderazione. Coraggio e prudenza al tempo stesso. «Gran corteggiatore della follia, disdegnante le regole sintattiche, (...) il futurismo anelava pateticamente a qualcosa che tenesse a freno la propria vocazione catastrofica», ha ricordato Giorgio Manganelli. L'imponente mostra di Parigi, dunque, ha il merito di ripristinare la veridicità di alcuni eventi, ma non investiga adeguatamente su certi passaggi significativi. Sono stringenti ambiguità che si ritrovano pure sul piano metodologico. Il curatore, Didier Ottinger, ha posto al centro del racconto espositivo il viaggio oltralpe delle truppe degli avanguardisti italiani. Una forzatura tipicamente francese. Una scelta che sembra riproporre una visione - piuttosto datata - di tipo «boccionicentrico», tesa ad analizzare soprattutto le corrispondenze e le contrapposizioni tra i dinamismi futuristi e le scomposizioni cubiste. È un modo per attenuare l' originalità dirompente dell' avventura marinettiana. Ma è anche per ridimensionare l' importanza del secondo futurismo: una fase - dal 1916 al 1944 - talvolta segnata da esiti di maniera, eppure profetica nell' ambito di territori come il design, l' architettura e la moda. C' è anche altro, infine. Ottinger è ricorso a un artificio storiografico attraversato da evidenti obiettivi ideologici. Si cancella del tutto, infatti, la «parentesi istituzionale» del futurismo post-bellico, caratterizzata dal confronto - episodico e strumentale - con il Regime mussoliniano: è il momento in cui l' avanguardia si fa conservazione e le rotture si ricompongono dentro simmetrie rigide. Menzogna o verità, allora? Il dibattito è aperto. A un secolo di distanza, il futurismo - traccia di un' epoca di transito, costellazione di differenze, confluenza di dissonanze - fa ancora scandalo. L' avant-garde explosive divide, disorienta, alimenta polemiche. L' utopia di Marinetti continua a sedurre. Appassiona la sua assurda sfida agli astri. «Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo (...) la nostra sfida alle stelle», si legge in chiusura del manifesto del 1909. 1909-2009 Celebrazioni e studi Appuntamenti La mostra di Parigi (dal 15 ottobre al 26 gennaio, aperta tutti i giorni a eccezione del martedì, biglietto d' ingresso 12) inaugura le celebrazioni per la nascita del movimento marinettiano che, in Italia, sarà celebrato anche al Mart di Rovereto («Futurismo 100°: illuminazioni», dal 17 gennaio 2009), al Museo Correr di Venezia («Astrazioni», dal 5 giugno 2009) e a Palazzo Reale a Milano («Simultaneità», dal 15 ottobre 2009). In concomitanza con la mostra al Pompidou, Fabio Benzi pubblica una monografia, Futurismo (Federico Motta, pp. 384, 135): una visione complessiva del gruppo che non considera il Futurismo come un evento improvviso, ma come un itinerario segnato da intuizioni e cadute che si esaurisce con la morte del «padre padrone» Marinetti nel 1944. L' opera (nella foto) «Rissa in Galleria», olio su tela (particolare, 76x64 centimetri) realizzato nel 1910 da Umberto Boccioni. Il dipinto è conservato alla pinacoteca di Brera. (Trione Vincenzo)

Il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti lancia, dalla prima pagina de «Le Figaro», il manifesto di fondazione del Futurismo. Un Manifesto dedicato «a tutti gli uomini vivi della terra»: é l'atto di nascita del Futurismo, primo movimento d'avanguardia del XX secolo, mobilitazione totale contro i valori politici, morali e culturali ereditati dal passato. «I più anziani fra noi hanno trent'anni. Quando avremo quarant'anni, altri uomini più giovani e più validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo!». Filosofia del divenire, celebrazione della vita come evoluzione continua, il Futurismo nasce sotto il segno del militantismo. «Primitivi di una sensibilità completamente rinnovata», i futuristi proclamano ogni distinzione fra arte e vita; le loro ricerche si animano della volontà instancabile di reinventare, attraverso l'arte, tutte le forme del vivere sociale: dalla politica alla comunicazione, dal costume alla musica, dalla sessualità alla cucina. In occasione dell'approssimarsi del centenario del Manifesto del Futurismo e dell'esposizione «Le Futurisme à Paris : une avant-garde explosive», tra ottobre 2008 e febbraio 2009 l'Istituto Italiano di Cultura organizza un ciclo di conferenze dedicate a questo prolifico movimento d'avanguardia. Sarà l'occasione per riflettere criticamente sulla ricchezza di stimoli che, per contraddizioni intrinseche, forza di destrutturazione e vastità d'ambiti d'interesse, l'avanguardia futurista ha saputo lasciare alle generazioni successive.
Il programma: clicca per visionarlo.

venerdì 10 ottobre 2008

martedì 7 ottobre 2008

Ordine del giorno per Emilio Notte

Ho ricevuto e volentieri pubblico il seguente
O. d. G. Emilio Notte:

Ordine del giorno consiglieri comunali di minoranza sulla celebrazione del Centenario del Futurismo presentato in data 06/10/08.

Premesso che il prossimo anno si celebrera il Centenario della nascita del Futurismo e che in tutta Italia, le amministrazioni pubbliche, stanno organizzando manifestazioni per celebrare questo importante evento, oltre alle numerose che hanno già organizzato prodromi della
ricorrenza;

poichè il Futurismo, proprio per la sua portata e vocazione universale, è stato l'ultimo importante movimento italiano capace di influenzare movimenti artistici in numerosi stati;

rimarcando che tale movimento ha avuto tra le sue figure più autorevoli il pittore EMILIO NOTTE, nato nella nostra Ceglie e che a dimostrazione del suo legame con la nostra città, ha inteso donare alcune delle sue opere più autorevoli, permettendo la presenza nel nostro centro storico di un notevole luogo d'arte quale la Galleria Pinacoteca"E. Notte";

Visto inoltre che tale Galleria e' priva anche delle pur minime forme pubblicitarie, quali un catalogo o un sito Internet istituzionale impedendo che tale patrimonio possa essere conosciuto in ogni luogo del mondo,

i sottoscritti consiglieri IMPEGNANO l'amministrazione comunale ad attivarsi finchè Ceglie, celebri il Centenario del Movimento Futurista con iniziative ed eventi di alto spessore culturale , tali da da mostrare la modernità e novità del pensiero Futurista e nel contempo renda
omaggio al nostro autorevole concittadino e alla sua pittura. A coinvolgere in tali iniziative il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Puglia, la Provincia di Brindisi, gli Istituti artistici ,le
Accademie di Belle Arti e le Università pugliesi, al fine di conferire a tali iniziative una dimensione regionale/nazionale e far riconoscere la Pinacoteca "E. Notte" monumento di interesse nazionale.

Nicola Ciraci'-Angelo Palmisano-Antonio Casale-Vito Santoro-Ciro Argese-Pietro Magno-Franco Nigro

domenica 5 ottobre 2008

Accademie d'arte: tra passatismo e presentismo

Qualche considerazione di Bruno Munari sulle scuole d’arte.
“Quando si parla di ricerche sulla comunicazione visiva, gli insegnanti d’arte di casa nostra ridono sotto i baffi (alcuni se li fanno crescere apposta, sembra). Loro infatti sanno tutto sull’arte, sanno come deve essere e come non deve essere, hanno sempre saputo tutto, con la massima sicurezza, sono così dalla nascita, non c’è niente da fare. E nelle loro lezioni continuano ad insegnare l’arte del passato, un passato più o meno remoto, cercando di stare bene attaccati ad una tradizione di comodo, di non aver grane, di perdere il meno tempo possibile.
Che cosa fanno e che cosa pensano gli studenti italiani delle scuole d’arte? Sono costretti a imparare l’affresco, ma appena ne escono fuori (o meglio mentre studiano) si accorgono che la realtà fuori dalla scuola ha un altro aspetto, che c’è qualcosa di vivo che si muove nel mondo dell’arte internazionale, qualcosa che a scuola non viene considerato, e allora buttano via l’affresco e si impegnano in ricerche sull’arte cinetica, sui nuovi mezzi di comunicazione visiva, imparano, insomma, da autodidatti, a vivere nel nostro tempo poiché la nostra scuola è troppo vecchia.
A che cosa serve una scuola se non a preparare individui capaci di affrontare il mondo del prossimo futuro secondo le tecniche più avanzate? Perché non si insegnano queste tecniche (dato che l’arte non si può insegnare) invece che quelle del passato? Il passato non torna mai, non esistono rievocazioni se non per giocarci sopra, vedi il caso del Liberty, quindi una educazione basata solo sul passato non serve a niente per un operatore visuale che debba operare nel prossimo futuro. Il passato può avere solo una funzione di informazione culturale e va tenuto legato al suo tempo altrimenti non si capisce più niente”.
Quando Munari denunciava un’accademia legata allo studio del passato faceva una denuncia pienamente futurista (non dimentichiamo che in realtà Munari nasce futurista).
Oggi la situazione è in parte cambiata. Resistono sacche di roccioso passatismo accademico, ma in molte accademie sono stati inseriti insegnamenti di arti multimediali, net-art, etc. La situazione potrebbe sembrare quindi radicalmente migliore. E invece noi denunciamo un’ulteriore pericolosa deriva.
Lo studio accademico delle nuove tecniche artistiche è condotto in modo da portare l’allievo a quel virtuosismo tecnologico e a quello sperimentalismo manierista che noi già denunciammo nel nostro Manifesto del Net.Futurismo come tipiche dell'attuale categoria del presentismo. Senza considerare la collusione con il sistema dell’arte contemporanea. Insomma, l’accademia, anche quando vuole fare del nuovo, si rivela sempre per quello che è: accademia. L’incredibile potenziale delle nuove tecnologie viene così impoverito, neutralizzato, reso totalmente innocuo da una visione conservatrice dell’arte.
Contro l’emergente presentismo e contro il persistente passatismo, il Net.Futurismo agita la bandiera dell’avanguardismo critico, radicale e ribelle.
Antonio Saccoccio

Riprendo qui l'articolo perché trattando d'insegnamento mi riporta alla memoria l'esperienza di Emilio Notte il quale dedicò gran parte della sua vita alla trasmissione del suo sapere artistico che aveva praticamente l'imprinting dell'intero secolo ventesimo; amo pensare che egli fosse per l'arte dell'oggi, e che pur non avendo trascurato gli insegnamenti del passato egli non se ne sia lasciato assorbire.

mercoledì 1 ottobre 2008

C'era una volta Emilio Notte. Napoli l'ha dimenticato, Lecce no

"Ritorno da Vulcano" olio su tela 70x100 cm 1965. In esposizione nella galleria MarcianoArte

Alcuni anni fa, a Ceglie Messapica, in Puglia, si tenne un convegno di studi su Emilio Notte inserito nel quadro del Futurismo italiano. Dagli atti di quel convegno, oggi sta per essere pubblicato, in collaborazione con l'Università di Lecce, un libro davvero scientifico, cui hanno partecipato insigni studiosi di questo Movimento che fu una gloria indiscussa del nostro Novecento.

Il grande volume comprende anche illuminanti saggi di Gino Agnese, presidente della Quadriennale di Roma, Enrico Crispolti, il più autorevole esperto del Futurismo in arte, del professor Antonio Giannone dell'Università di Lecce, nonché due lunghe interviste raccolte e trascritte da Michele Ciracì, in cui Emilio Notte racconta la sua vita, e scritti inediti del Maestro risalenti agli anni dal 1915 al 1920, tuttora conservati nell'archivio di Primo Conti, dove sono raccolti i più importanti documenti del Futurismo. Fin qui nulla di strano: Notte è uno dei grandi esponenti del Futurismo, e un tale riconoscimento gli è dovuto. Il dato interessante è che sia la Puglia a manifestare attenzione sulla sua opera. Perché Notte, a Ceglie Messapica, vi nacque soltanto, e a Lecce non c'è mai stato, né come artista né come semplice turista. Egli, infatti, svolse la sua attività di do cente e artista a Milano, Firenze, Venezia, Roma e infine a Napoli. Eppure è la Puglia che lo ricorda con orgoglio, consapevole del fatto che il suo nome è una gloria per l'intera regione. Rallegra il cuore che in qualche parte dell'Italia si coltivi la memoria di personaggi illustri. Dovremmo prenderne esempio anche noi napoletani, perché Emilio Notte, a Napoli, tenne la cattedra di Pittura all'Accademia di Belle Arti per oltre quarant'anni e per un decennio ne fu anche direttore. Ma non ce lo ricordiamo più. Eppure egli è la figura chiave nel panorama artistico della nostra città.
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martedì 30 settembre 2008

transavanguardia

Si terrà a Venezia, presso Palazzo Grassi, dal prossimo 27 settembre e fino al 22 marzo 2009 la mostra di arte contemporanea “Italics”. Italics racconta l’arte contemporanea italiana come un treno i cui vagoni hanno preso direzioni diverse: alcuni hanno varcato oceani e frontiere, altri si sono persi nei meandri tortuosi della storia recente. L’esposizione non si limita a presentare ancora una volta le opere chiave dell’arte italiana da Burri a Fontana, all’Arte Povera o alla Transavanguardia (*), ma esplora in profondità la vera essenza del panorama artistico in Italia negli ultimi quarant’anni. Attraverso oltre 250 opere di 107 artisti – da figure di fama internazionale come Pino Pascali, Alighiero Boetti, Marisa Merz, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft a personaggi a volte ingiustamente trascurati quali Fernando Melani o Maria Lai – la nuova esposizione di Palazzo Grassi offre al pubblico italiano e internazionale una visione inedita dell’arte italiana fra tradizione e rivoluzione, due forze determinanti nella formazione della contemporaneità. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 ad esclusione del martedì e del 24-25-31 dicembre 2008 e 1 gennaio 2009.
Per maggiori informazioni visita il sito http://www.palazzograssi.it/
(*) "La condizione visionaria, in tutto il panorama internazionale della Transavanguardia, garantisce un'immagine che non si accontenta di sfiorare la pelle della pittura o la superficie della scultura. La nuova iconografia è il frutto di un respiro lungo capace di recuperare la moralità dei grandi artisti visionari del passato che trasfiguravano con il proprio empito creativo la contingenza del tempo a cui appartenevano." Mi pare questa una definizione che si attaglia al futurismo ed al neofuturismo.

lunedì 29 settembre 2008

una proposta

Proposta di delibera per i 100 anni del Futurismo


Signor Presidente Consiglio Comunale
Ceglie Messapica



Oggetto: Centenario del Futurismo



Il prossimo anno si celebrerà il centenario della nascita del Futurismo. In tutto il mondo migliaia saranno le manifestazioni che celebreranno l’avvenimento. Ceglie Messapica che ha dato i natali al maestro Emilio Notte, uno dei padri fondatori del Futurismo cosa intende fare per inserirsi a pieno titolo in queste celebrazioni? Sicuramente il Consiglio comunale dovrebbe interessarsi della materia e deliberare in merito. Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione uno schema di deliberazione:
Il Consiglio Comunale di Ceglie Messapica
Premesso che
- il 20 febbraio 1909 il quotidiano francese “Le figaro” pubblicava, in prima pagina, il “Manifesto del Futurismo;
- autore del manifesto e fondatore del Movimento futurista fu Filippo Tommaso Marinetti;
- il Futurismo, proprio per la sua portata e vocazione universale, è stato l’ultimo, importante, movimento italiano capace di influenzare movimenti artistici in numerosi altri Paesi, tra cui la Russia;
- il Futurismo è stato un movimento intimamente legato alla figura di Emilio Notte che ha avuto i natali nella nostra città;
- che a Ceglie è presente la Galleria d’Arte Moderna “E. Notte” che rimanda alla capacità di rappresentare, seppure in un contesto artistico rappresentato da una piccola città di provincia, alla capacità di esprimere delle eccellenze cegliesi che sono riuscite a fuoruscire dal perimetro delle nostre antiche mura;
- la stessa presenza della donazione Notte che rappresenta un monumento a questo insigne Maestro, costituirebbe la più naturale e suggestiva cornice per ospitare eventi per la celebrazione del centenario del futurismo;
- la stessa complessità e la vocazione ad essere un arte totale del Futurismo permetterebbe di organizzare, oltre ad eventi centrali presso la Galleria, una serie di eventi collaterali, ove rappresentare la pittura, la letteratura, la poesia, il teatro, la musica, l’architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia; anzi tale impostazione permetterebbe di organizzare il vero e proprio anno futurista;
- il futurismo ancora oggi esercita un notevole fascino non solo sugli studiosi e potrebbe rappresentare una importante vetrina per la nostra città;
- tale evento potrebbe inoltre finalmente consentire di conferire una dimensione nazionale alla nostra Galleria che, attualmente, è una cattedrale nel deserto con splendide opere d’arte ma privo di uno sviluppo che sappia implicare la dovuta e privilegiata attenzione per l’arte e la storia locale, quale indubitabilmente è quella della rivoluzione futurista e, quindi, di coloro che seppero e vollero cantarne l’epopea;
tanto premesso
Impegna la Giunta ad organizzare, in sinergia con altri Enti e Istituzioni nazionali e internazionali, manifestazioni che vedano la Città di Ceglie Messapica protagonista e come data di inizio degli eventi principali, il 20 febbraio 2009, per celebrare i 100 anni della nascita del Movimento futurista.
Michele Ciracì

Cliccando sulla firma si arriva al sito dell'autore e proponente, formulo qui i miei voti affinchè egli venga ascoltato.

Immagine:
Busta Futurista, 1920

sabato 27 settembre 2008

Pinacoteca Emilio Notte di Ceglie Messapica

sala 2

sala 2

sala 3

sala 3

sala 4

sala 4
Servizio fotografico di Pino Santoro

interrogativi sull'attenzione su E. Notte nel suo paese natale

Ho ricevuto un messaggio: "Ciao Smemo ho letto che l'Associazione nazionale Emilio Notte ha sede a Ostuni nel centro storico in un palazzo comunale e che tale Associazione guidata da una cegliese ha dovuto fare a Cisternino un convegno su Notte . La giunta e il suo assessore hanno negato qualsiasi attenzione, come avevano fatto peraltro con Michele Ciracì a cui avevano negato persino il patrocinio alla sua ottima iniziativa di pubblicare gli atti del convegno sul maestro tenutosi a Ceglie. Persino sul tuo blog mai e' comparsa una qualsiasi iniziativa dell'amministrazione sul maestro. Tutto ciò non lo ritengo giusto visto che siamo a un passo dalla festa del 2009 per la nascita del futurismo. Credo che sia necessario aprire un dibattito, visto che neanche le parole di Raffaele Nigro sulla pinacoteca che ho ascoltato da te (suo tuo blog ndr) sono servite a svegliare coscienze su questo patrimonio."
facendo una facile ricerca sul web trovo che l'associazione culturale "Emilio notte" è attiva come si può leggere di seguito:

Una mostra ed un libro a Palazzo Tanzarella

Domenica prossima 28 settembre, alle ore 18.30 presso le sale mostre di Palazzo Tanzarella nel centro storico il Sindaco di Ostuni inaugurerà la mostra di pittura della nota artista, Tonia Copertino.
La mostra, organizzata dall’associazione culturale “Emilio Notte” col patrocinio del Comune, vedrà la presentazione e la relazione del prof. Vittorio Del Piano.
Nell’ambito dell’inaugurazione della mostra ci sarà anche la presentazione del libro: “Solchi e Nodi” (Fara editore 2008, pagine 93, 10 euro) di Caterina Camporesi (selezionato al premio Montano 2008). Il volume sarà presentato dal prof. Isidoro Conte.
Tonia Copertino nativa di Molfetta dove vive e lavora, si è diplomata presso le Scuola d'Arte di Bari e sino al 1997 è stata titolare della cattedra artistica nella Scuola Media a Bologna e Molfetta.
Ha fatto parte di diverse associazioni culturali ed attualmente è Presidente dell'Associazione Culturale "Arte Immagine" di Molfetta.
Nella Sua carriera artistica ha effettuato mostre, collettive e laboratori d'arte contemporanea in Italia e all'estero. ”In un mondo fatto di "rumori" mi è parso naturale – dice l’artista - rifugiarmi in un "Involucro-libro" e far vivere "la parola" nel mio mondo pittorico”.
Nell’opera della pittrice molfettese, la parola ed il segno convivono e inseguono percorsi interiori; a volte velati per pudore, altre lacerati e sottolineati da brandelli di carta come quella di riso. L'equilibrio nasce dal gioco di trasparenze e nel vedere, non certe realtà sofferte ma, nel contempo, crearsi "isole" silenziose e calde.
Caterina Camporesi, nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944, vive tra Rimini, la Garfagnana e Roma; svolge l’attività di psicoterapeuta.
Nel volume, con una scrittura senza veli e senza parole superflue, penetrando nei Solchi nei corpi (prima parte del libro), solchi che inesorabili scavano il terreno su cui viviamo e incidono il nostro contor-no. I solchi sono segni che il tempo e la vita lasciano sul nostro corpo, sul nostro viso, segni che ci tol-gono materia su cui sognare; nei Nodi del tempo (seconda parte del libro) il verso si asciuga ancora e i verbi si fanno più taglienti, in un legare e raggrumare, ritrovando ferite e sofferenze. Non si nasconde dietro le parole, Caterina Camporesi, non ci addolcisce l’anima con aggettivi superflui o artifizi; nello sciogliere questi nodi, seppur non in modo totale, la scrittrice ci accompagna tra dolori vissuti ed espiati, nel tempo che è già passato e che resterà con noi, mostrandoci una possibile visione che è anche e-spiazione e sollievo.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSTUNI

Seguirò con attenzione le "gesta" di questa associazione, sperando di capire il motivo per cui essa opera fuori dalle mura di Ceglie, se qualche appartenente a questa associazione s'imbatte in questo post mi farebbe cosa gradita commentandolo per chiarirmi le idee.

giovedì 25 settembre 2008

La popolana

Vedere un'opera d'arte dal vivo dà delle sensazioni straordinarie. Questa estate ho visto alcuni capolavori della storia dell'arte e devo confessare che mi risulta difficile trovare le parole adatte a descrivere le emozioni che ho provato. Ho cercato, ho trovato, ho scritto. Un altro contributo per il blog di Emilio Notte. ahiceglie



Emilio Notte: Fondamento Lineare Geometrico e "Popolana"(1919)

Geometria e analogia plastica si coniugano nel Manifesto Fu­turista “Fondamento Lineare Geometrico” firmato, nel 1917, da Emilio Notte e Lucio Venna.
“Dominando l'espressione degli oggetti, e comprendendoli, si crea un equivalente pittorico di forma. Possiamo far vivere un oggetto della nostra visione estetica solo comprendendolo e pe­netrandolo fino al punto da dominarlo e ridurlo a una sintesi geometrica nella quale le direzioni di una cima, gli angoli, le cur­ve, l'insieme infine di tali figure, abbia valore esatto»".
Entrambi formatisi nel clima del Futurismo fiorentino, svi­luppano l'eredità di Sironi e Soffici.
Legato come questi ad un'idea strutturale della superficie pit­torica, Notte é attratto, come dimostra la sua “Popolana” (1919), più dalla lezione di Cezanne e di Picasso, che dalla frantumazio­ne esplosiva delle forme futuriste.
Gli interessa costruire con colori terrosi: geometrie, volumi, masse. Restituisce la monumentalità delle forme al corpo umano, trasforma il personaggio effimero, in monumento, blocca il tem­po della visione, in quello della meditazione.
La sua “Popolana” assume le fattezze statuarie di una grande madre, diventa un idolo. Notte pone sul piedistallo i personaggi di quel mondo umile e paesano che non lo abbandonano neppu­re nei suoi anni futuristi, opponendosi ai contenuti del moderni­smo urbano.
A Boccioni é legato da un interesse introspettivo che lo spin­ge ad una ricerca di purezza formale, quale equivalente dello spi­rito racchiuso nella materia.

L'universo futurista: una mappa, dal quadro alla cravatta.
Di Anna D'Elia, Edizioni Dedalo, 1988.


“Popolana” (1919) è una delle opere donate nel 1976 da Emilio Notte alla sua città natale, Ceglie Messapica, ed è esposta nella galleria d'arte moderna che porta il suo nome.
L'immagine “Popolana” (1919) proviene dal blog: Le mie radici